Italo Calvino - Il Sentiero dei Nidi di Ragno, [PDF - ITA] [Tntvillage]

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Italo Calvino - Il Sentiero dei Nidi di Ragno, [PDF - ITA] [Tntvillage]


Italo Calvino - Il Sentiero dei Nidi di Ragno

- Copertina del Libro -



- Informazioni sul libro -

Autore: Italo Calvino
Titolo: Il Sentiero dei Nidi di Ragno
Pagine: 160
Anno: 1947
Editore: Einaudi
Genere: Narrativa Italiana
Dimensione del file: 622 Kb
Formato del file PDF

- Trama -

Ambientato nei mesi della Resistenza, tra i vicoli di una città ligure della Riviera di Ponente ed i boschi e le valli in cui si svolge la guerra partigiana, II sentiero dei nidi di ragno racconta la storia di Pin, un bambino solo e desideroso di appartenere al mondo degli adulti del vicolo e dell'osteria, dai quali cerca di farsi accettare. Insultato per le relazioni che la sorella intrattiene con i militari tedeschi e sfidato a provare la sua fedeltà, Pin sottrae all'amante della donna una pistola e la nasconde in campagna, nel luogo in cui è solito rifugiarsi, dove i ragni fanno il nido. L'azione mette in moto una sequenza d'eventi che lo portano ad entrare in contatto con quel mondo degli adulti che gli sembrava misterioso: è preso dai tedeschi; durante l’interrogatorio non riuscendo ad ottenere alcun’informazione da Pin, i tedeschi decidono di arrestarlo; condotto in prigione Pin incontra Pietromagro, il padrone della bottega dove Pin era solito lavorare. Oltre a Pietromagro, Pin incontra anche Lupo Rosso, un partigiano dalla grande fama che era stato catturato prima di lui e che ogni giorno in carcere veniva interrogato e malmenato. Grazie all’aiuto di Lupo Rosso Pin riesce a scappare, ma una volta fuori prigione si perde ed inizia a vagare da solo nel bosco fino all’incontro con Cugino che lo porta al suo accampamento e lo presenta alla banda partigiana del Dritto, composta di personaggi dubbi e poco eroici. Pochi giorni dopo però scoppia un incendio nell’accampamento a causa di una distrazione del Dritto, e tutti sono costretti a fuggire e a ripararsi in un vecchio casolare con il tetto sfondato. Qui arrivano il comandante Ferriera e il commissario Kim, che saputo di quanto accaduto vanno a trovare gli uomini dell’accampamento, anche per riferire di una battaglia che si sarebbe svolta in un monte lì vicino e che avrebbe chiesto la partecipazione di tutti. Una volta che tutti gli uomini dell’accampamento sono tornati dalla battaglia Pin decide di canzonare tutti e mentre fa questo rivela a Mancino, il cuoco, di quanto è successo tra sua moglie Giglia e il capitano, che interviene per farlo zittire, quasi rompendogli le braccia. Pin, offeso e arrabbiato, fugge e, ritornato al posto dei nidi dei ragni scopre che Pelle, un giovane partigiano giustiziato dai compagni perché faceva la spia, aveva rubato la sua pistola. Fortunatamente la ritrova nelle mani di sua sorella e dopo avergliela presa scappa anche da lei. Solo e sconsolato, mentre vagava per i sentieri vicini alla cittadina incontra Cugino al quale presta la pistola. Il partigiano la userà, forse, per giustiziare la sorella di Pin, ma poi ritornerà da lui e lo terrà con sé.



- Biografia dell'autore -

Italo Calvino nacque a Santiago de Las Vegas (Cuba), nel 1923 ma, dopo aver passato l'infanzia e l'adolescenza a Sanremo, a vent'anni aderì alla Resistenza combattendo nelle brigate Garibaldi, sui monti liguri. Questa esperienza significò per lui la certezza che il corso progressivo della storia italiana fosse cominciato e che nuovi compiti attendessero ogni uomo di cultura. Nel 1945 si stabilì a Torino, collaborò al Politecnico e strinse amicizia con Pavese e Vittorini. Nel 1947 pubblicò Il sentiero dei nidi di ragno, in cui trasfigura, ma senza tradirla, l'avventura. Come lo stesso autore ammette scrisse il suo primo romanzo sulla scia di quel grande desiderio di dare ai grandi avvenimenti storici che aveva vissuto una adeguata riflessione culturale e letteraria aderendo al nascente neorealismo. Nella Prefazione Calvino sembra un po’ giustificare l’estraneità di questa opera rispetto alla sua produzione successiva “la voce anonima dell’epoca [fu] più forte delle nostre inflessioni individuali ancora incerte”, e tra le righe si riesce a leggere la sua insoddisfazione nei confronti del lavoro compiuto ed il rimpianto di non aver saputo fare di meglio. La voglia di dare una voce alle storie che vagavano sulle bocche di tutti, la bramosia di esprimere più che narrare la storia partigiana spinge Calvino a dar vita al piccolo Pin: “Chi cominciò a scrivere allora si trovò così a trattare la medesima materia dell'anonimo narratore orale: alle storie che avevamo vissuto di persona o di cui eravamo stati spettatori s'aggiungevano quelle che ci erano arrivate già come racconti, con una voce, una cadenza, un'espressione mimica. Durante la guerra partigiana le storie appena vissute si trasformavano e trasfiguravano in storie raccontate la notte attorno al fuoco, acquistavano già uno stile, un linguaggio, un umore come di bravata, una ricerca d'effetti angosciosi o truculenti. Alcuni miei racconti, alcune pagine di questo romanzo hanno all'origine questa tradizione orale appena nata, nei fatti, nel linguaggio…mai fu tanto chiaro che le storie che si raccontavano erano materiale grezzo: la carica esplosiva di libertà che animava il giovane scrittore non era tanto nella sua volontà di documentare o informare, quanto in quella di esprimere.

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