[MT]Andrea Scanzi - La vita è un ballo fuori tempo[Ebook-Pdf-Ita-Narrativa]

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Titolo originale: La vita è un ballo fuori tempo
Autore: Andrea Scanzi
1ª ed. originale: 2015
Data di pubblicazione: 23 aprile 2015
Genere: Romanzo
Sottogenere: Narrativa
Editore: Rizzoli
Collana: Rizzoli
Pagine: 304






Andrea Scanzi ì, nato ad Arezzo il 6 maggio 1974, è un giornalista, saggista e blogger italiano.
Si laurea in lettere moderne all'Università di Siena nel 2000 con una tesi sui cantautori. È giurato al Club Tenco e Direttore Artistico del Premio Pigro Ivan Graziani. Giornalista pubblicista, ha scritto per Il mucchio selvaggio, il manifesto, Il Riformista, L'Espresso e Panorama, prima di passare nel 2005 a La Stampa. Nell'estate del 2011 approda a Il Fatto Quotidiano dove si occupa di diversi argomenti, principalmente politica, musica e sport.
A teatro è autore e interprete dello spettacolo Gaber se fosse Gaber, patrocinato dalla Fondazione Gaber, che ha attraversato i teatri d'Italia dal 2011 al 2013. Nel settembre 2012 ha esordito con Le cattive strade dedicato a Fabrizio De André. Nel 2016 parte in tournée con Il sogno di un'Italia, il suo terzo spettacolo, mentre nel 2017 è la volta di Eroi, dedicato a dieci figure dello sport.
Dal 2012 conduce su La3 il programma di interviste Reputescion, in cui analizza la reputazione degli ospiti sulla rete. Dal 2013 è frequente ospite nel programma Otto e mezzo, condotto da Lilli Gruber su LA7[5]. Dal 2015 partecipa come ospite fisso al programma Il processo del lunedì, condotto da Enrico Varriale su Rai 3. Sempre su LA7 dal 12 luglio 2016 conduce Futbol, programma di approfondimento calcistico, assieme ad Alessia Reato.




2002 - Il piccolo aviatore. Vita e voli di Gilles Villeneuve
2002 - Testi in Roberto Baggio, Il sogno dopo, Arezzo
2003 - C'è tempo. Ritratti a scomparsa
2003 - Rossoneri comunque. Venticinque tifosi raccontano il loro Milan
2003 - Il colore viola. Voci per una fede incrollabile
2004 - Canto del cigno. Gol, gesti e bellezza in Van Basten
2006 - Ivano Fossati. Il volatore, Firenze
2007 - Elogio dell'invecchiamento. Viaggio alla scoperta dei dieci migliori vini italiani (e di tutti i trucchi dei veri sommelier)
2008 - Ve lo do io Beppe Grillo
2010 - Il vino degli altri. Viaggio alla scoperta dei migliori vini del mondo (e dei loro rivali italiani)
2011 - I cani lo sanno. Elogio dello sguardo rasoterra
2012 - Happy Birthday, Nebraska (e-book)
2013 - Non è tempo per noi. Quarantenni. Una generazione in panchina
2015 - La vita è un ballo fuori tempo
2016 - I migliori di noi




Per Stevie le cose non potrebbero andare peggio. In redazione, dove ogni mattina la scure di Zagor gli ricorda lo squallore filogovernativo del suo tronfio direttore; a casa, dove ad accoglierlo c'è solo la labrador Clarabelle, ghiotta di crocchette all'alchermes; e persino al bar, perché la ragazza bellissima e misteriosa che gli prepara il caffè, Layla, ormai da sei anni lo tormenta con la sua indifferenza. I suoi migliori amici sono un playboy cinico e misogino, un tennista fallito, un cassiere di night vessato dalla moglie e una cavia di prodotti drenanti; e poi c'è Violet dagli occhi tristi, la sua ex, che in qualche modo ce l'ha fatta mentre lui è rimasto in panchina. Tra Stevie e il nonno gourmet Sandro, sosia di Pertini, il più giovane non sembra certo il nipote. In una settimana, però, possono succedere molte cose. La rivoluzione è imprevedibile, e per forza di cose molto veloce se a guidarla sono quattro agguerriti hacker novantenni, più "Amici miei" che Antonio Gramsci, determinati a ribellarsi contro l'ennesima celebrazione farsa del governo: la Cerimonia Solenne del Massone Buono. Al loro fianco, in veste di "staffetta partigiana del XXI secolo", un giovane giornalista che aspettava solo una chiamata alle armi. Forse però anche per Stevie è arrivata l'ora di regolare i conti. Di opporsi. E di scrivere la più lunga e sincera lettera d'amore mai scritta.

Incipit:
Lunedì
«Il cane.»
Stevie sentì quelle due parole a fatica. Chi le aveva pronunciate? Che ore erano? Dove si trovava?
«Il cane.»
La voce, sconosciuta o così gli pareva, lo ripeté ancora una volta. Sembrava proprio interessata a una dissertazione mattutina sulla specie canina.
Stevie provò ad assecondare la fase del risveglio. Crogiolarsi gli piaceva. Vegetava sul fianco destro, sopra il cuscino stropicciato. Vegetava bene, si allenava da anni.
«Il cane. Credo abbia fame. Sta sbattendo contro la porta.»
Soltanto a quel punto Stevie capì. E quello che capì non lo rassicurò. 1) «Il cane» non era un invito a riflettere sull’evoluzione della specie canina e sul suo ruolo nella società, ma un più prosaico riferimento a Clarabelle; 2) Clarabelle, cioè «il cane», non stava sbattendo sulla porta come un ariete, ma semplicemente tergicristallizzando la coda nel tentativo di attirare l’attenzione del padrone di casa; 3) la coda, sbattendo contro la porta del bagno, generava un effetto «assolo di batteria dei Led Zeppelin» che aveva appunto svegliato la voce; 4) la voce apparteneva a una donna.
Stevie non ricordava benissimo chi fosse, né come l’avesse conosciuta, ma evidentemente ci aveva appena dormito.




Attraverso la scrittura si può narrare il proprio tempo, le proprie idee ma si può anche raccontare noi stessi in senso più stretto, una sorta di presentazione dove a stringere non è una mano, ma sono pagine cartacee e parole. Andrea Scanzi, firma di punta de Il Fatto Quotidiano e personaggio televisivo, ha voluto inserire tutte queste caratteristiche per il suo primo romanzo, La vita è un ballo fuori tempo. Dopo aver pubblicato svariati libri (da Ve lo do io Beppe Grillo a I cani lo sanno fino ad Elogio dell’invecchiamento) il giornalista aretino ha voluto donarci una storia semplice quanto divertente che racchiude molto di sé e dei nostri tempi “strani” con un cinismo sottile e proprio per questo pungente e critico verso la politica italiana e gran parte dell’informazione. Una politica dove il “realismo” si trasforma in “disfattismo” e la qualità di “porsi delle domande” diviene “essere dei gufi”.
Un romanzo autobiografico senza esserlo. Una storia che ne racconta allo stesso tempo due. In ogni pagina c’è un po’ di Andrea Scanzi. Dall’amore per i vini nominati in ogni pagina fino ai nomi “musicali” dei protagonisti. Dal tennis presente con l’amico tennista di Stevie fino alla passione per il calcio, omaggiata dalla mitica Dinamo Brodo con le sue sconfitte monumentali. E poi ancora citazioni di personaggi della politica, del giornalismo e della cultura generale.
Ambientata nell’immaginaria (ma per molti versi familiare) città di Lupinia, la storia ci viene raccontata attraverso lo sguardo di Stevie Vaughan (omaggio al grande Stevie Ray Vaughan), quarantenne giornalista sfigato alter ego dello scrittore, che si trova a lavorare in una redazione giornalistica, quella de La Patria guidata dal capo J.J. Cernia, che tenta di sopprimere l’intelletto e la cultura, sostituendo a queste banalità e servilismo verso le istituzioni ed il Governo di tale Tullio Stelvio Bacarozzi, figura che si è formata nella Congrega dei Fagioli Lessi come mastrolupetto. Assieme alla riconoscibile Ministro delle Riforme Elena Pia Bozzo sono le figure più in vista di quella che è una sorta di dittatura “buona e ottimista” talmente ridicola da far sorridere e che genera nel protagonista una vita professionale insoddisfacente e mediocre ravvivata soltanto dal cane Clarabelle e dal nonno novantenne Sandro, ex partigiano, proprietario di una società che produce videogiochi per la terza età, la Cocoon. Una personalità che, a dispetto della sua età, si rivelerà più agguerrita che mai facendo riflettere con un pizzico di tristezza quanto le nuove generazioni italiani si siano adagiate. Tra novantenni hacker vogliosi di rivoluzione, amici più o meno falliti, bariste indifferenti, ed ex-amori che “ce l’hanno fatta” anche per Stevie arriverà il momento di ribellarsi ad un paese ed una società narrate con un’esilarante satira che avvolge avvenimenti, purtroppo, fin troppo riconoscibili nella realtà.
Un romanzo-parodia del nostro paese che vuole darci una svegliata facendoci riflettere e che conserva al suo interno gocce di ottimismo qua e là per il futuro, lasciandoci la speranza che un giorno potremo anche noi, come Stevie ed i suoi compagni, avere la forza di “ribellarci” per cambiare una società che non conosce più “l’indignazione, ma che sa solo cos’è l’io e non più il noi”.




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