Il Pretore (2014) [XviD - Ita Ac3] [TNTvillage]

IL PRETORE

Giulio Base





.: Scheda del Film :.

REGIA: Giulio Base
SCENEGGIATURA: Dino Gentili, Filippo Gentili
ATTORI:
Ohad Knoller: Yossi
Francesco Pannofino: il Pretore
Sarah Maestri: Evelina Abdreoletti
Eliana Miglio: Armandina Regner de Montfleury
Mattia Zaccaro: Mario Landriani
Carlo Giuseppe Gabardini: Avvocato Memeo
Deborah Caprioglio:Tecla Memeo
Max Cavallari: Ingegner Pepere Lopez
FOTOGRAFIA: Fabio Zamarion
MUSICHE: Pietro Freddi
PAESE: Italia
USquote CINEMA: 03/04/2014
GENERE: Commedia
DURATA: 105 Min
FORMATO: Colore

Ispirato al romanzo “Il Pretore di Cuvio” di Piero Chiara



.: Trama :.

Augusto Vanghetta è il pretore di un paesino sul lago Maggiore. Ha sposato Evelina, molto più giovane di lui, ma da sette anni non ne condivide il letto coniugale, tanto che lei ha sviluppato una forma di anoressia da privazione (principalmente sessuale). In compenso Augusto frequenta quasi tutte le donne locali, giovani o in età, nubili o maritate. E coltiva velleità di artista improvvisandosi commediografo e mettendo in scena le sue boccaccesche avventure.
Tutto fila liscio finché non compare in pretura il giovane avvocato Mario Landriani, che potrebbe essere figlio del Vanghetta, e che il pretore elegge incautamente a custode della moglie, credendolo omosessuale. Il resto è facilmente immaginabile, e ai guai privati si aggiungeranno per Augusto quelli pubblici, conseguenza del discutibile operato del pretore nell'esercizio delle sue funzioni.


.: Recensione :.

Non tutti gli scrittori vivono a Mosca, a Roma o a Los Angeles e non tutti raccontano la metropoli. Ci sono stati autori, come Maupassant e il luinese Piero Chiara (1913-1986), che della rappresentazione della gente di provincia hanno fatto il loro punto di forza e raccontandone vizi e scandali l'hanno resa paradigmatica e universale. Dai suoi testi  - a volte con la sua stessa collaborazione alla sceneggiatura - sono stati tratti film come La stanza del vescovo (dove appare in un cammeo come cancelliere del tribunale, ruolo che aveva svolto anche nella vita), Venga a prendere il caffè da noi e Il piatto piange. Studioso di Giacomo Casanova come scrittore e di Gabriele D'Annunzio (che detestava), Chiara era una figura di intellettuale composita e vivace, che amava le donne almeno quanto la sua vocazione letteraria.
Dei suoi romanzi "Il pretore di Cuvio" era l'unico a non essere mai stato tradotto in film. Per moltissimi anni gli eredi e il curatore Federico Roncoroni si sono rifiutati di cederne i diritti fino a che si sono arresi di fronte all'insistenza durata due anni di Sarah Maestri, attrice concittadina dello scrittore.
Quando uscì, nel 1973, il libro fu subito un best-seller. Raccontava l'Italietta malata degli anni Trenta, il lato gaudente della miriade di funzionari che prosperavano grazie al fascismo e il libertinismo di un'epoca in cui la donna era per lo più una preda da inserire nel proprio carniere, le case chiuse erano spalancate e l'uomo doveva essere maschio.
Il pretore Augusto Vanghetta, descritto nel romanzo come un vero e proprio satiro, è un uomo brutto e quasi mostruoso, nano, grasso e sudicio, consumato da una bulimia sessuale che lo porta a sedurre tutte le donne che incontra e che ricambiano i suoi ardori di superdotato per lussuria o per interesse. Non era facile trovare, oggi, un attore in grado di incarnare questo personaggio, protagonista di avventure volutamente boccaccesche (lo scrittore aretino fu un altro grande amore di Chiara). Ci sarebbe voluto forse, non per affinità fisiche ma per il suo trasformismo e la sua capacità di giocare col grottesco e col lubrico,  Ugo Tognazzi. Francesco Pannofino ha dalla sua una fisicità ingombrante e una grande energia che impiega senza risparmio in questo ruolo in cui lo stesso regista gli chiede di esagerare. Se nei momenti più malinconici ci è piaciuto, a lungo andare sembra sempre di più il protagonista di una commedia slapstick che di una farsa con ambizioni di critica sociale.
Tutto il film, ben servito dai suoi protagonisti a partire dalla smunta Evelina di Sarah Maestri che rifiorisce con la cura più antica del mondo (nel suo personaggio c'è un accenno alla smortina di Casanova), finisce per sembrare un teatrino di marionette che si agitano senza troppo costrutto. In questo senso è esemplare proprio la sequenza della pièce scritta dal Vanghetta la cui rappresentazione viene interrotta dal nubifragio. Nel libro l'uomo sa scrivere e non è così stupido da trascrivervi pari pari la sua vita: è dotato di una certa cultura, tanto che idolatra Guy de Maupassant, e lo spettacolo, fino alla forzata interruzione, ottiene un grande successo. Trasformarlo in una scenetta da avanspettacolo con attori cani e commenti sguaiati da parte del pubblico è un esempio di quello che dicevamo: il registro del grottesco, maneggiato con maestria dai grandi attori e registi del passato, se non controllato finisce per sfociare nella pochade alla Feydeau.
Il cornificatore che diventa cornuto, i rovesciamenti della sorte, i personaggi moralmente ambigui che declinano alla perfezione il detto “l'occasione fa l'uomo ladro” e la tragedia finale da romanzo di appendice ben descrivono nel libro la miseria sempiterna della vita di un piccolo borgo ma forse questo è anche il motivo per cui lo stesso autore, che ben conosceva il linguaggio del cinema, non è mai riuscito a trarne una sceneggiatura convincente.



.: Screenshots :.







[spoiler= Scheda Tecnica ]

[ About file ]

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